Windows XP, craccato dopo 21 anni l’algoritmo dei codici di attivazione

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Ebbene, ci siamo riusciti: l’umanità ha infine craccato l’algoritmo di generazione di codici di Windows XP costruito da Microsoft, dopo “soli” quasi 22 anni dall’uscita dell’OS e circa 9 anni dalla fine del supporto ufficiale. È una curiosità interessante a livello puramente accademico per la nicchia di appassionati che si è vissuta quel periodo, ormai piuttosto ristretta – difatti la notizia è stata diffusa addirittura un mese fa sul forum di TinyApps e solo ora sta iniziando a circolare tra i principali media.

Forse per molti sarà un dettaglio più che ovvio, ma per chiarire: non è che Windows XP sia rimasto impossibile da piratare finora. Anzi, tutto il contrario. Stratagemmi e workaround esistono praticamente da quando esiste il sistema operativo. Ma, appunto, erano soluzioni che aggiravano in qualche modo il generatore di chiavi di Microsoft – disabilitando per esempio il controllo online dell’attivazione. Ma un modo per ottenere chiavi legittime, con un piccolo programmino a sé stante, e in grado di resistere a un controllo sui server di Microsoft, non era ancora mai stato creato.

La fonte spiega che il keygen prende il codice generato dal sistema operativo quando si esegue la procedura di attivazione telefonica e restituisce una chiave di attivazione 100% funzionante, che persiste anche dopo un reset e una reinstallazione. La fonte dice che è la stessa chiave che fornirebbe Microsoft, se il servizio fosse ancora disponibile. Peccato che non sia più possibile fare la prova definitiva – il controllo dell’attivazione sui server di Microsoft, perché questi ultimi sono stati spenti già anni fa.

Chi c’era ai tempi ricorderà che la scelta di Microsoft di implementare questa tecnologia “aggressiva” di verifica dell’attivazione fu molto criticata; al giorno d’oggi viene ormai considerata superata e inefficace – come del resto il sistema operativo in sé, che, possiamo decisamente dirlo, ha fatto il suo tempo. Insomma, possiamo dire che ormai nessuno ne ha più bisogno, di questo tool, eccezion fatta magari per qualche “operazione nostalgia” di retro-computing.

fonte: hdblog

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