Mugen Souls, recensione Nintendo Switch

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Fra gli appassionati di GDR vecchio stile, Mugen Souls è un nome noto. Si tratta di un gioco di ruolo dall’umorismo particolare, che introduceva una meccanica delle personalità della protagonista, divertente e che dava un po’ di innovazione a un titolo parecchio ancorato al genere di appartenenza.

Oggi, dopo 10 anni, Mugen Souls arriva sulla console ibrida Nintendo Switch, con un pacchetto che non aggiunge niente o quasi dal punto di vista tecnico, ma che contiene al suo interno tutti i contenuti aggiuntivi rilasciati nel tempo per il titolo, riproponendoli meno censurati e molto più fedeli alla versione giapponese. Inoltre è stato aggiunto il pieno supporto alla lingua inglese anche per il doppiaggio dei personaggi.

Mugen Souls: una protagonista ambiziosa, oppure fuori i testa

In Mugen Souls, seguiremo le vicende della protagonista Chou Chou, la quale, senza un vero e proprio motivo, una mattina si sveglia e decide di voler unificare tutti e sette i mondi che compongono l’universo di gioco. Ma il proposito, oltre non avere un piano specifico o una tabella di marcia programmata, non è neanche del tutto pacifista; infatti Chou Chou vuole unire questi mondi sotto il suo comando, trasformando i loro sovrani in piccoli esserini coccolosi chiamati Shanpuru.

Convinta che questo sia il suo obiettivo, la nostra protagonista dai rosa capelli decide di viaggiare tra i pianeti e confrontarsi faccia a faccia con i rispettivi sovrani dei vari mondi. Qui il titolo introdurrà anche quella che sarà la spina dorsale del gameplay, ovvero che la protagonista potrà cambiare aspetto a seconda delle sue tante personalità, in modo da riuscire a imbonirsi meglio i vari sovrani, oppure per adottare la personalità che meglio si adatta alla situazione.

Dimmi che umore hai e ti dirò chi sei

La meccanica del cambio di personalità di Chou Chou, non sarà utile solamente nei dialoghi con i vari personaggi, ma sarà una vera e propria arma che potremo utilizzare in combattimento. Procedendo con ordine, i combattimenti di Mugen Souls saranno scanditi dai turni, nel quale potremo muovere uno dei nostri protagonisti in un’area delimitata del campo di battaglia, e attaccare uno o più nemici in base all’attacco o all’abilità che andremo a utilizzare, molto similare al sistema di combattimento della serie the Legend of Heroes.

In più, una delle peculiarità dei combattimenti di Mugen Souls, è quella che potremo infliggere danni aggiuntivi ai nemici, scaraventandoli contro oggetti presenti sulla mappa con i nostri attacchi. La vera innovazione dei combattimenti però è introdotta con quella che viene chiamata Moe Kill, ovvero una particolare abilità che, se va a buon fine, permette non solo di rimuovere un nemico dal combattimento, ma di trasformarlo in uno Shanpuru nostro alleato.

Durante la Moe Kill, dovremo tenere d’occhio il carattere del nemico, e scegliere tre azioni caratteriali da compiere nei suoi confronti, come insultarlo, ammiccare, sorridere e via dicendo, cercando di indovinare quelle che più si adattano al suo comportamento. La Moe Kill può finire in diversi modi, a seconda di quanto saremo stati bravi con le scelte, tra i quali trasformare il nemico in uno Shanpuru alleato, oppure farlo arrabbiare e mandarlo in modalita berserker, che lo renderà più pericoloso.

Mugen Souls inserisce all’interno del suo gameplay anche altre meccaniche utili a spezzare il ritmo di gioco, come delle specie di enigmi ambientali nei quali, a seconda degli indizi raccolti, dovremo utilizzare la personalità di Chou Chou più adatta alla situazione, oppure delle battaglie con il nostro vascello nello spazio, che però a conti fatti si limita ad essere una pallida imitazione del gioco “pietra, carta, forbice”. Anche se servono a mettere un po’ di sale al gioco, queste meccaniche non risultano essere profonde come il combattimento o la Moe Kill stessa.

Pur dimostrandosi e presentandosi nuovamente come un gioco di ruolo appetibile e innovativo, anche questa versione di Mugen Souls soffre degli stessi limiti di quella originale uscita 10 anni fa, ovvero un comparto tecnico che già allora risultava essere abbastanza debole.

Basti vedere il comparto grafico, dove degli ottimi disegni di protagonisti e personaggi, purtroppo limitati solo ai personaggi principali, vanno in attrito con una grafica in linea generale molto scarna e poco dettagliata. Fortunatamente però, grazie al suo gameplay, Mugen Souls riesce a non far pesare molto queste mancanze tecniche, e il poterlo giocare in modalità portatile su Nintendo Switch, è sicuramente un valore aggiunto per il titolo.

fonte: icrewplay

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